Lucciolette che ronzate
Pei crepuscoli ideali,
Care stelle forviate
Da vostr’orbite immortali,
Forse ancor del ciel natìo
Affatìcavi il desio?
Io vi sciolgo l’ali al volo,
Lucciolette cattivelle;
Ite pur lambendo il suolo
Colle timide fiammelle,
Giàcche i cieli a voi contese
Legge improvvida e scortese.
Ai romiti casolari
Nel silenzio dei villaggi
Pei giardini solitari
Seminate i vostri raggi,
Fra le tenebre dei chiostri
Seminate i raggi vostri.
Pei tumulti delle feste
Melanconiche volate,
Sol palesi alle modeste
Ciglia, e all’alme addolorate,
Onde vengan esse poi
Meditando dietro a voi.
A chi stanco si risente
Della stolida allegria
Rischiarate santamente
L’annebbiata fantasia,
Perché al cor gli venga e al viso
D’altro oprar più maschio riso.
Lucciolette, anco un momento,
Ed il pugno che vi accoglie
Vi darà libere al vento.
Vinto han già le vostre doglie
Il ritroso animo mio.
Lucciolette addio, addio!…
Alle mie figlie- Ippolito Nievo
Questa poesia Ippolito Nievo venne pubblicata sulla rivista “Il Caffè” il 23 gennaio 1855.
Oggi molto difficilmente si vedono le lucciole nelle calde serate estive, qualche anno fa
sono riuscita a vederne in una strada di campagna vicino Firenze. Era bellissimo vederle,
sembravano spiritelli buoni che ci accompagnavano nella passeggiata serale.
bella la tua pagina, ciao Tina